L’arte è la creazione di un ordine denso di significato che offre un rifugio all’insopportabile confusione della realtà esterna. Rudolf Arnheim

L’Arteterapia può essere un percorso espressivo che integra la presa in carico clinica e farmacologica delle persone affette da vari tipi di demenza, tra cui il Morbo di Alzheimer per cui si assiste a un lento e costante decadimento delle capacità mentali che in campo creativo si manifesta nella riduzione dei contenuti espressivi, la semplificazione dell’immagine, l’alterazione del senso cromatico, la riduzione del controllo del gesto grafico.  Come è risaputo il Morbo di Alzheimer cancella le coordinate spazio-temporali dell’esperienza personale e sociale, privando le persone della loro identità e avendo una ricaduta significativa sulla vita del Caregiver. Esso si trova quotidianamente ad accogliere il vuoto narrativo della persona accudita, rischiando di esserne intriso fino alla saturazione. In questo caso interviene l’Arte come Terapia, che attraverso il processo creativo permette di costruire quella che Anzieu (1990) definisce epidermide psichica. L’opera realizzata diventa un contenitore di emozioni e bisogni visibili, incrementando le potenzialità cognitive e avendo una ricaduta positiva sulla parte sana e funzionante del Sé, corrispondente ad una trasformazione nella sfera cognitiva, emotiva e comportamentale. Fonte di sopravvivenza che risponde al bisogno di lasciare una traccia concreta di sé, che accompagna la fase di perdita della parola e presenza.

L’arteterapeuta ha il compito di accompagnare l’utente nella scoperta del “fare arte” e nell’incremento della consapevolezza di quanto espresso nella forma artistica.

La finalità di tale proposta è quella di accompagnare e sostenere i caregiver e le persone malate, aiutandole ad esprimere e curare il loro giardino interiore, per donare dignità, nel rispetto di uno dei principi fondanti delle cure palliative.